Intervista alla Prof. Micari
Mercoledì 3 maggio, precisamente alla terza ora, ho avuto l’occasione di intervistare la professoressa Micari, docente di sostegno nonché responsabile insieme alla prof.ssa Elena Fortunato del giornalino online. In realtà, l’idea di conoscere meglio una delle guide del sito già trapelava in redazione, ma sembrava impossibile la realizzazione, dato che le domande delle interviste che trovate su Il Calvino Rampante, prima di essere poste all’intervistato, vengono sempre revisionate dalla prof.ssa Micari, e non pensavamo che potesse supervisionare… le sue domande. Alla fine l’ha fatto, altrimenti non sareste qui a leggere questo articolo!
Ci siamo trovati in una delle tante aule della nostra scuola, non saprei dirvi con esattezza quale. Ci siamo seduti e, con impazienza, ho subito posto la prima domanda, ovvero “Com’è nata la sua passione per le materie letterarie?”. L’intervistata (che conosceva già le domande che le avrei rivolto…) aveva già un po’ ragionato sulla risposta, ma l’ha formulata come se non ci avesse minimamente pensato. “La mia passione per le materie letterarie è nata in Grecia, precisamente ad Atene, dove ho vissuto per più di quattro anni. Lì ho frequentato una scuola italiana, nella quale la maestra insegnava tutte le materie. Mi ricordo ancora il nome: Maria Teresa Ranocchia.” Nome strano, vero? Stranamente non mi è venuto da ridere, tanto ero coinvolto da ciò che stava raccontando. “Questa maestra era appassionatissima delle materie letterarie: ci leggeva brani di Omero, poesie di Pascoli, ci portava sull’Acropoli a disegnare colonne, templi… . L’unica cosa è che odiava la matematica, non ce la proponeva quasi mai. Inevitabilmente la passione per il mondo antico e, più in generale, per la storia, l’arte e la letteratura non mi hanno mai abbandonata.” Coinvolto da questo racconto ho chiesto subito perché le piacesse insegnare queste materie. Spiegandomi il motivo, ha continuato anche la storia della sua vita: “Mi piace insegnarle proprio perché sono le materie che sento più mie. Non a caso dopo le medie ho frequentato il Liceo Classico e, dopo il diploma, mi sono iscritta a Lettere Classiche perché volevo fare l’archeologa. Ho sostenuto anche i primi esami, ma subito dopo mi sono resa conto che l’ambiente non mi piaceva (ai tempi era un po’ “vecchiotto”…), così sono passata a Lettere Moderne e mi sono laureata con una tesi in Storia dell’arte medievale e moderna. Non mi stanco mai di preparare le lezioni per i miei alunni proprio perché voglio trasmetterle come la mia vecchia maestra e anche adesso che sono diventata insegnante di sostegno, non posso negare di sentirmi più a mio agio nel “sostenere” i miei alunni nelle discipline che sento mie.” Ascoltata la vita della nostra “guida” del giornalino, sono passato a parlare un po’ del nostro sito, quindi le ho chiesto se si fosse dedicata al progetto fin da quando era arrivata alla Calvino. “Questo è il quarto anno che insegno in questa scuola. I primi due anni ho avuto la cattedra di Lettere che mi ha preso tantissimo tempo, per cui non sono riuscita a pensare a null’altro. L’idea di creare il sito internet l’abbiamo avuta io e la prof. Fortunato alla fine del mio secondo anno in Calvino, quando ho preso la decisione di passare sul sostegno.” In quel momento mi è venuta la curiosità di scoprire chi seguiva il giornalino prima di lei. “Non c’era il sito internet. Esisteva il giornalino cartaceo che veniva seguito con molta dedizione dalla professoressa Valentina Galbusera in un’attività laboratoriale pomeridiana. Quando poi abbiamo deciso di mettere in piedi il progetto del sito internet, la prof. Galbusera ha lasciato il progetto nelle nostre mani.” Così mi sono chiesto il perché di questo progetto e la gentilissima prof. ha risposto subito: “Innanzitutto perché non c’era. Ci è sembrata inoltre un’idea nuova e percorribile abbastanza facilmente. La prof. Fortunato ha diverse competenze in campo multimediale mentre io,” e così sono finito per scoprire un altro passaggio della vita della prof. “tra i mille lavori che ho svolto prima di diventare insegnante, sono stata anche redattrice in una piccola agenzia di comunicazione monzese, nella quale mi sono occupata di scrittura per siti web. Così ci siamo trovate allineate e abbiamo dato vita al sito Il Calvino Rampante.” In quel momento sono diventato curioso su cosa le piacesse di questo progetto e lei, entusiasta di rispondere, ha detto: “Mi appassiona vedere la partecipazione dei ragazzi. Se ci penso l’anno scorso erano in 15… quest’anno siete in più di 30! Inoltre ci troviamo, buttate giù delle idee, vi impegnate, mettete passione in ciò che fate… insomma, vedervi così collaborativi, interessati, è proprio bello. In più, dal punto di vista di insegnante di Lettere, non posso negare di essere soddisfatta di farvi esercitare in forma scritta nell’utilizzo della lingua italiana.” Così sono passato all’ultima domanda, forse quella che aspettavo di fare da tutta l’intervista, ovvero “Quali idee ha in serbo per il futuro del nostro sito internet?”. La professoressa ha affermato con molta decisione: “Ho un’idea molto chiara in testa che è questa: se il prossimo anno dovessi tornare in Calvino, vorrei organizzare la redazione di più, in modo che il lavoro sia totalmente in mano ai ragazzi. L’intenzione è di suddividere i compiti: avere dei giornalisti che scrivono, dei correttori di bozza e delle persone che, quando gli articoli sono pronti, li mettono online. Quest’anno avevo intenzione di fare così, ma tra vari imprevisti e impegni, non ci sono riuscita. Il punto è che c’è un problema tecnico. Devo riuscire a far correggere gli articoli ai ragazzi senza che vengano considerati “insegnanti” dal sistema…” Non avevo intenzione di lasciare quest’ultima risposta così poco spinta verso il futuro, così ho chiesto, inaspettatamente, se un giorno il giornalino si diffonderà fuori dalle “mura” della Calvino. “Sarebbe bello. Sarebbe bello, ma non è facile. Tieni conto che siamo ancora agli inizi, quindi ci vorrà molto. L’idea è quella di avere visite anche al di fuori della nostra scuola ma, ripeto, non è facile. Forse un giorno ci arriveremo.”
Poi abbiamo fatto la foto, ci siamo salutati e sono tornato in classe con la mente piena di informazioni, felice di aver ascoltato una storia appassionante e realizzato un’idea che in molti credevano impossibile: un’intervista a una delle “guide” del giornalino, la professoressa Micari.