Chi siamo

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Se sei in questa pagina significa che ti stai domandando cosa sia Il Calvino Rampante.

Dal 2000 Il Calvino Rampante è il giornalino della scuola Calvino che esce una volta all’anno, più precisamente alla fine dell’anno scolastico, e che raccoglie e presenta tutte le belle cose che vengono realizzate nella tua scuola: attività, progetti, gite, letture, riflessioni, disegni, ricerche, approfondimenti.

Dall’aprile del 2022 Il Calvino Rampante è anche un sito internet, proprio questo su cui stai navigando. Un sito pensato, creato, organizzato e riempito di contenuti da una Redazione composta da giovani redattori di classi diverse, con interessi diversi, curiosi e appassionati, che ci lavorano guidati da due insegnanti.

Adesso ti starai chiedendo: perché Il Calvino Rampante si chiama così?

Domanda giusta e per niente scontata. Per cui spieghiamolo bene perché ci chiamiamo Il Calvino Rampante.

Questo elegante signore dalla faccia simpatica è Italo Calvino, un importante scrittore italiano vissuto nel secolo scorso, quello in cui sono nate le tue prof e i tuoi prof, per intenderci.

E questa è…

… beh, lo sai, è la tua scuola, la Scuola Secondaria di 1° Grado “I. Calvino”.

Queste sono solo alcune delle tante copertine dedicate a uno dei romanzi più famosi di Italo Calvino: “Il barone rampante“. Un romanzo di genere fantastico, ma anche d’avventura, ma anche di formazione, scritto nel 1957, ambientato nel ‘700 (in quel periodo storico che studi tra la fine della seconda e gli inizi della terza, quando in Francia nasce l’Illuminismo che poi si diffonde un po’ dappertutto, e poi scoppia la Rivoluzione americana, poi quella francese e poi arriva Napoleone che fa arrabbiare Ugo Foscolo che se ne deve andare a Londra e non può più tornare a Zacinto…) in un immaginario paese della Liguria, Ombrosa, e che racconta le avventure e la vita di uno straordinario personaggio, Cosimo Piovasco di Rondò.

Per farla breve: “Il barone rampante” è un romanzo di Italo Calvino; la nostra scuola è intitolata a Italo Calvino; facciamo 1+1 che è uguale a 2 e capiamo perché giornalino e sito si chiamano “Il Calvino Rampante”.

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Svelata l’origine del nome, adesso vorresti saperne un po’ di più di questo “barone rampante”? Ovviamente l’invito è quello di leggere il romanzo, ma per spingerti a farlo cercherò di stuzzicare la tua curiosità.

Qualche anno fa all’Arengario di Monza c’è stata una bella mostra dedicata all’illustrazione di libri per ragazzi (“Le immagini della fantasia“, questo il nome della mostra che si tiene ogni anno e che quest’anno sarà ospitata nei Musei civici di Monza). E’ li che ho scoperto il silent book (cioè un libro senza parole, un libro silenzioso, fatto solo di immagini) che userò per raccontarti come inizia la storia e per darti un’idea dei personaggi che la popolano. Tutte le successive illustrazioni le ho, quindi, tratte da “Cosimo” di Roger Olmos.

Devi sapere che il nostro Cosimo aveva un papà che si chiamava Arminio Piovasco di Rondò, un tipo schizzinoso, ambizioso, antiquato, molto preoccupato di ciò che gli altri pensavano. Eccolo qui con un parruccone degno del Re Sole:

E aveva anche una mamma, la Generalessa Corradina von Kurtewitz, autoritaria, brusca ma a suo modo premurosa. Eccola, damina cyberpunk:

Cosimo aveva un fratello, Biagio, il narratore della storia, e una sorella, Battista, ribelle ma frustrata, con la mania di cucinare cibi disgustosi. Eccola, monaca mutante:

Un bel giorno Cosimo si rifiutò di mangiare uno schifosissimo e viscidissimo piatto di lumache cucinato dalla terribile sorella. Il padre si infuriò, lui abbandonò la casa, si arrampicò su un albero e…

non ne discese mai più, davvero MAI MAI MAI PIU’.

Ma come era questo Cosimo? Era sì il rampollo di una famiglia nobile e conservatrice, ma era anche molto aperto alle novità, interessato alla lettura e alla filosofia, era un ribelle, forte e agile, un tipo coerente, allineato alle idee della Rivoluzione francese, ma deluso poi da Napoleone. Eccolo, con il suo albero nella testa:

Dicevamo che Cosimo salì su un albero e non ne discese più, insomma si costruì la sua vita sugli alberi.

La generalessa Corradina continuava a comunicare con il figlio a distanza, così:

Cosimo si spostava saltando da un albero all’altro, di foresta in foresta, di bosco in bosco, vivendo sempre sugli alberi, non toccando mai terra.

In questo modo Cosimo poteva osservare tutto da un punto di vista differente e originale. “Chi vuole guardare bene la terra deve tenersi alla distanza necessaria”, dice in un punto del romanzo. Come non essere d’accordo, non trovi?

Cosimo, dal suo albero, agiva e prendeva parte a ciò che accadeva intorno a lui. Qui lo vediamo mentre compie azioni di disturbo contro un gruppo di soldati.

Cosimo, dal suo albero, riuscì anche a innamorarsi, di Viola che era viziata, incostante, opportunista e pure vanitosa, ma lui la amava lo stesso.

Eccola, bella e con le farfalle nella testa:

Poi la storia va avanti, succedono tante cose, fino a quando Cosimo diventa anziano e stanco, ma non tradisce la sua promessa, continua a vivere sugli alberi. Ma al passaggio di una mongolfiera… basta, qui mi fermo, scoprilo tu, se vuoi.

Prof.ssa Isabella Micari