Intervista impossibile a Ugo Foscolo

Costa Emma e Tedoldi Anna, classe 3°B

Intervista impossibile a Ugo Foscolo

disegno realizzato da Davide Di Meo

Quest’anno, studiando la letteratura di fine Settecento e Ottocento, abbiamo fatto la conoscenza della vita e di alcune opere del poeta Ugo Foscolo, di cui abbiamo letto due sonetti. A coppie poi alcuni di noi hanno elaborato delle interviste impossibili all’autore, immaginando di rivolgergli alcune domande e provando a mettersi nei suoi panni per sviluppare le risposte più azzeccate. Non è stato sempre facile fare le domande giuste e scegliere il lessico adatto e antico, ma è stato divertente sia creare il carattere del personaggio, così ben descritto nelle sue poesie, sia immedesimarci in un uomo dalla vita così straordinaria.

Foscolo come Ulisse: Il ritorno del focoso poeta alle sue origini

Oggi qui con noi abbiamo Ugo Foscolo, un poeta vissuto tra il 1778 e il 1827. In occasione del suo ritorno a Zacinto dopo più di 200 anni, abbiamo l’onore di intervistarlo. 

Come si sente oggi a tornare qui a Zacinto?

Oggi il cor mio esplode di immensa gioia. Non pensavo sarei mai più tornato sulle mie sacre sponde che da più di due secoli non mi è permesso baciare. ringrazio di avermi concesso questo enorme privilegio di partecipare alla mia prima intervista. Non pensavo che la vita mi avrebbe mai concesso un’occasione simile dato che da sempre avversi a me sono gli eventi.

Cosa ne pensa ora di Napoleone? E’ ancora affezionato ai suoi ideali rivoluzionari?

Certamente che sì, non mi sono mai allontanato dai suoi ideali, anche se costui ha tradito la mia amata patria e i suoi principi, dal momento che ha firmato il Trattato di Campoformio con cui ha ceduto Venezia al nemico, cosa che io non avrei mai fatto.

Da quando è nato questo suo patriottismo?

Fin da fanciullo ho avuto sempre questo profondo sentimento di patriottismo da cui non mi sono mai distaccato e mai mi separerò. Infatti io considero la mia terra come una madre per me, per questo nel testo “A Zacinto” la chiamo “Materna mia terra”.

Ora parliamo delle sue opere: vediamo che emerge sempre questo suo tratto pessimista. A cosa è dovuto?

Sinceramente io mai mi sentii pessimista, penso che questa forte negatività che emerge dai miei testi sia dovuta all’immenso dissidio tra ragione e cuore. Il mio pensiero è infatti che la scienza può spiegare i fenomeni della natura ma non il perché e l’essenza delle cose. I miei testi sempre invocano gli ideali umani che concretamente sono soltanto illusioni alle quali tuttavia ognuno di noi si deve ispirare per dare significato alla nostra tortuosa vita.

Dalla sua poesia “Autoritratto” emerge sia il suo essere molto pensieroso sia il suo essere coraggioso, tratti contrastanti tra loro. Le hanno mai causato qualche problema questi suoi aspetti così contrastanti tra loro?

Come nella mia poesia da voi citata scrivo, ciò causava una forte discordia tra me stesso e gli altri. Prevaleva sempre il mio cor rispetto alla ragione e, come scrivo nella mia poesia “Autoritratto”, “di vizi ricco e di virtù, do lode alla ragion ma corro ove al cor piace”  e, per quanto romantico esso sia, questo aspetto era la causa di molte liti e discussioni con i miei concittadini.

E adesso una domanda più personale: tra tutte le sue opere, la sua preferita qual è?

La risposta è abbastanza palese ma amo alla follia tutte le mie opere a cui ho dedicato l’anima, anche se la mia preferita in assoluto resta e resterà “A Zacinto”.

Come mai?

Tutte le mie opere hanno un significato diverso: “Le ultime lettere di Jacopo Ortis” parlano di un grande patriota come il sottoscritto, ferito dalle azioni di Napoleone. L’ “Autoritratto” cerca di descrivere il mio essere incompreso e privo di fortuna, ma “A Zacinto” descrive perfettamente la mia malinconia per questa magnifica e antica terra che oggi ho finalmente raggiunto. Nel testo mi paragono ad un leggendario eroe come Ulisse perché entrambi siamo stati separati dalla nostra amata patria e grazie a voi oggi anch’io sono riuscito a baciarne le sponde nuovamente.

In conclusione: dopo il suo esilio si è spostato prima in Svizzera e subito dopo in Inghilterra. Si dice che l’Inghilterra sia stata come una seconda casa per lei. Che cosa ci racconta a riguardo?

Amo l’Inghilterra e sarò sempre grato agli inglesi per avermi fatto quasi sentire a casa ed avermi accolto in modo così caloroso, ma nessuna terra può essere comparata alla mia sospirata Italia.

Adesso la lasciamo alla sua amata Zante che tanto ha aspettato. Grazie per questa intervista e le auguriamo un buon ritorno in questa affascinante isola

Grazie a voi!

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