INTERVISTA A UN’ASPIRANTE REDATTRICE
GIORNALISTA: Buongiorno signorina Viola Ballabio. Avrebbe qualche minuto da dedicare alla stampa?
VIOLA: Sì, certo!
GIORNALISTA: Ci parli un po’ di lei.
VIOLA: Mi chiamo Ballabio Viola, abito ad Arcore con il papà e a Vimercate con la mamma. Ho una sorella minore (anche se preferirei di gran lunga di no…) che adesso va in quarta elementare, mentre io in prima media. Ho tre gatti, tutti con nomi di presidenti passati (ovviamente senza farlo apposta!!!): Fidel, Mao e Kruschev! Adoro leggere, infatti faccio parte del gruppo P.D.L., Pazzi Della Lettura e mi piace camminare. Ma le cose veramente importanti da sapere sul mio conto sono due: mi piace tantissimo andare a vela e timonare le barche (ovviamente senza motore) e poi adoro scrivere. Qualsiasi cosa mi va benone, che si tratti di storie, temi, interviste… insomma, un po’ di tutto!
GIORNALISTA: Ci parli meglio di questa sua passione per la scrittura.
VIOLA: Certo. Ho capito di appartenere al mondo letterario in 2° elementare e da lì ho iniziato a sognare di diventare una scrittrice. A scuola, inventare storie e testi fantastici era la cosa che mi riusciva meglio e quando iniziavo a scrivere la prima parola non riuscivo più a smettere. Per me, la scrittura è tutto. Non riuscirei a vivere senza. Io poi, la scrittura la interpreto un po’ anche come un modo per liberare emozioni troppo pesanti per una persona sola e regalarne un po’ agli altri attraverso un testo… è anche un modo per far capire agli altri come mi sento, insomma, molto sentimentale!
GIORNALISTA: Signorina Ballabio, lei ha delle idee o sogni al riguardo?
VIOLA: Ovvio! In 5° non ce la facevo più ad aspettare di diventare grande, quindi ho preso una decisione molto importante: avrei scritto un libro, lì, su due piedi. Adesso voi, cari lettori, penserete: “Ma questa è pazza!” E non vi do torto. Ma adesso nessuno mi può fermare: qualche mese fa, infatti, ho iniziato a scrivere (ovviamente sul computer) un’autobiografia sulla mia esperienza in barca vela. “Vela Bianca” è il nome del libro, una storia che parla della passione che ognuno di noi in verità nasconde dentro e sulla pace che dovrebbe esserci in tutto mondo. Poi ho progettato di scrivere un altro racconto che si chiama “Un cavallo nero, un cavallo bianco, e un cavallo blu”: questo libro tratta la diversità di ogni persona che, però, non viene sempre presa bene. Il problema sono gli adulti che direbbero sicuramente “Per scrivere un libro bisogna essere grandi”. Ma io non sono d’accordo.
GIORNALISTA: Allora è per via della sua grande passione per la scrittura che vorrebbe entrare a far parte del famosissima e richiesta redazione de Il Calvino Rampante o c’è sotto qualcos’altro?
VIOLA: Sì e no, in verità. Ovviamente ci tengo tantissimo ad entrare ne Il Calvino Rampante. Perché? Ci sono due motivi: il primo è proprio la mia passione per la scrittura; il secondo è che, secondo me, entrare a far parte di una redazione sarebbe un’esperienza irripetibile! Già in 4° avevo fatto un giornalino mensile con due miei amici, dove mettevamo delle barzellette, delle notizie comiche sulla scuola e dei fatti più importanti come, ad esempio, le cose che succedevano nel mondo o più semplicemente notizie riguardanti la vita quotidiana. Per esempio, una volta, abbiamo messo un’immagine della vera raccolta differenziata e spiegato anche come funzionava nei differenti comuni; oppure nel giornalino di ottobre abbiamo scritto la vera storia di Halloween, ma credo proprio che il Il Calvino Rampante sia diverso per vari motivi. Poi, lì eravamo solo in tre e a me piace da matti lavorare in gruppo, quindi, più siamo, meglio è! A dirla tutta, ci tenevo così tanto ad entrare nella redazione che, intuendo che ci avreste chiesto di scrivere un testo, mi sono preparata in anticipo, buttando giù la bozza di un mini-articolo su un tema a caso. Adesso quell’articolo sta lì nelle mie bozze, insieme ad altri mille testi e storie incomplete. In qualsiasi caso, l’articoletto parlava del più grande problema dell’umanità intera: la guerra. Il testo fa più o meno così: “ci sono cose che siamo convinti di aver visto realmente, ma che in realtà sono solo frutto della nostra immaginazione. Ci sono cose, invece, che avremmo soltanto voluto immaginare, ma che invece sono vere. Una di queste? La guerra”. Poi parla delle percentuali delle guerre che sono salite negli anni, di che cos’è veramente la guerra e delle sue catastrofi universali.
GIORNALISTA: Grazie per il suo tempo e la sua pazienza, signorina Ballabio, ora devo proprio scappare!
VIOLA: Di niente!