LABORATORIO DI SCRITTURA – 1D (Prof Galdi)

a cura di Viola Ballabio

LABORATORIO DI SCRITTURA – 1D (Prof Galdi)

Nella 1D si stava tenendo una delle classicissime lezioni di scrittura, tutte minilesson, tecniche e trucchetti per scrivere. Non avevamo ancora mai scritto un testo dopo aver fatto la minilesson, ascoltavamo solo come farlo. 

Quel giorno la prof stava provando a spiegarci come scrivere un testo descrittivo fatto come si deve, ovviamente con l’aiuto della solita minilesson, quando, prendendoci tutti alla sprovvista, esclamò: “Vediamo se siete pronti: vi metto alla prova, ora tocca a voi scrivere un testo descrittivo!”

Ecco le creazioni scaturite dalle penne di Ingrid, Leonardo, Elisa, Andrea e Cecilia.

Ingrid 

Interrogazione di storia, alla cattedra c’è la prof. Galdi. 

Cristian tiene gli occhi bassi e cerca di non incrociare lo sguardo della prof. per dare meno nell’occhio. Tira su la testa per controllare la situazione e si ritrova lo sguardo della prof puntato contro. La prof. esclama: “Pensavi che avessi creduto alla strategia del ‘se-faccio-finta-di-cercare-qualcosa-nello- zaino-non-mi-chiama’. Beh, la risposta è no! non ci ho creduto” e subito lo chiama.

“Ok, partiamo. Raccontami qualcosa su Napoleone.”

Cristian, appena sente quel nome, entra nel panico totale e sente una fitta al petto: è l’unico argomento che non sa. La prof. è buona e chiede a Cristian se vuole che gli faccia qualche domanda o se preferisce parlare di getto. Lui risponde che preferisce le domande. Allora la prof. Galdi inizia con una domanda semplice: “Di che colore è il cavallo bianco di Napoleone?”

Lui risponde: “Marrone, chiaro!”

La classe scoppia a ridere e la prof., sentito quell’orrore, lo manda subito al posto dandogli un 4 – . Cristian suda da ogni poro; ha un vuoto nello stomaco, come se un buco nero gli si parasse davanti… e ovviamente non sa come dirlo alla madre. 

Leonardo

Abdullah non se l’aspettava: il prof. Crock lo aveva chiamato in scienze. 

Abdullah tremava, aveva le mani che vibravano fortissimo, aveva fitte al cuore come se gli stesse venendo un ictus e sudava così tanto che aveva annacquato metà classe. Dalle mani e dalla fronte zampillava sudore, tanto che si poteva riempire un tir e i compagni più intelligenti erano saltati sui banchi perché, se il sudore fosse arrivato a una presa di corrente, avrebbe fritto tutti gli sventurati. Intanto, Abdullah stava sparando risposte a caso e cercava di sbirciare dal suo libro semiliquido, visto che la carta si stava decomponendo.

Era così pallido che si mimetizzava con il muro bianco dietro di lui, aveva la gola secca e cercava di termoregolare la sua temperatura corporea nonostante fosse calata drasticamente. Abdullah si mangiava le unghie tanto che gli sanguinavano le mani e cominciava a trattenere il fiato per non annegare nel mare del suo sudore.

Elisa P.

Franco! Franco, sei interrogato… 

Ero a scuola tranquillamente ad aspettare il cambio d’ora quando mi ricordai dell’interrogazione di scienze. “Ah vero, vabbè, tanto non mi interroga”, pensai. A quel punto entrò la prof, si sedette alla cattedra, guardò il suo foglio e disse: “Allora ragazzi, oggi interrogo… Franco, vieni alla lavagna!”

 “Proprio io prof… sicura… proprio io?” 

“Sì, sì, proprio tu Franco”.

Le mani iniziarono a tremarmi e mi venne il magone, ma mi alzai e camminai tranquillamente cercando di sbirciare nei libri dei miei compagni. 

“Franco, dimmi come si forma il ghiaccio”. 

“E adesso cosa mi invento!?”, pensai. Non mi veniva in mente niente, allora iniziai a sudare, mi grattai la testa come se avessi i pidocchi e allora le risposi balbettando: “Eeeeeeh…il ghiaccio si forma con il ghiaccio”.

Dopo quella oscena risposta la professoressa mi diede quattro.

Andrea 

Un ragazzo era stato interrogato all’improvviso: non aveva scampo. 

Si chiamava Massimo e io ero nella sua stessa classe, ma non eravamo molto amici. 

Dopo che era andato alla cattedra siamo rimasti tutti in silenzio. La prof gli aveva fatto una domanda, ma lui non aveva risposto e alla seconda domanda le mani avevano iniziato a tremargli. Allora aveva fatto finta di pensare a qualcosa anche se non sapeva niente e aveva iniziato ad agitarsi sempre di più ad ogni risposta sbagliata. Era agitatissimo: tremava tutto, dalle mani ai piedi, sembrava di vederlo al polo nord. Ogni volta che la professoressa diceva alla classe di fare silenzio, lui cercava aiuto dai ragazzi del primo banco: non sapeva dell’interrogazione. 

Oggi è stato bruttissimo per lui, infatti ha preso 5 nell’interrogazione e nell’ora dopo, cioè quella di tecnologia, ha preso anche 6,5. E’ stato proprio sfortunato, mi sa che quella mattina aveva schiacciato la cacca sbagliata.

Cecilia 

Era il 30 ottobre del 2018. “Giorgio”, disse il prof, “vieni che ti interrogo”. Lui era uno studente che non studiava tanto, soprattutto in storia. Lo vedevo sudare come se si fosse fatto la doccia e poi non si fosse asciugato, e sicuramente si sentiva a disagio con tutti quegli occhi che lo guardavano. Parlava confusamente e aveva la bocca secca, infatti continuava a guardare la borraccia. Non riusciva a stare fermo e muoveva le mani avanti e indietro, avanti e indietro. Era pallido come la luna e si mangiava le unghie, che schifo! 

Il suo migliore amico lo voleva aiutare e così continuava a chiamare il prof per fargli guardare il libro e per fargli perdere tempo. 

Giorgio parlava con se stesso e si grattava la testa come se sapesse qualcosa. Dopo cominciò a rispondere, ma dicendo cose stupide come, ad esempio, che i romani facevano il gelato. Il prof, sentendo quella oscenità, gli mise quattro. Giorgio provò a supplicarlo, ma niente da fare, andò a casa con un quattro secco.

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