Il Barone Rampante – Una distanza imprevedibile
Quando, all’inizio dell’anno scolastico, ho pensato di voler far parte della redazione del giornalino online, non avrei mai immaginato che avrei scritto un articolo del genere… La mia curiosità su Il Barone Rampante è partita quando la prof. Micari ci ha raccontato la trama del capolavoro di Italo Calvino. La questione mi ha alquanto intrigato, perciò mi sono deciso a leggerlo. Non mi ha deluso. Ma ora entriamo più nel dettaglio…
La storia di questo libro è nota (se volete, c’è sul “Chi Siamo” del sito), ma la ripeterò giusto per fare un piccolo “check”. Il libro è ambientato nell’Italia dell’Illuminismo e racconta la storia di Cosimo, erede al titolo di barone d’Ombrosa, che, stanco delmondo rigido e regale in cui vive, decide di salire su un albero e di non scendere più. Successivamente vive avventure speciali, conosce persone indimenticabili e riesce a gustare una vita come nessun altro è riuscito a fare.
Un episodio particolare di questa storia è il primo incontro tra Viola e Cosimo. Per lui è il primo giorno di ribellione sugli alberi, quindi sperimenta le possibilità che ciò può dare. Una cosa che non poteva fare prima d’allora era andare nel giardino dei nobili vicini, i d’Ondariva. La figlia dei vicini, Violante, si vede spuntare Cosimo sul ramo che regge lei e l’altalena su cui i trova. La bambina lo accusa subito di aver invaso il suo terreno: “Come vi siete permesso d’entrare nel nostro terreno!” ma il nobile rampante ha già pronta la risposta: “Non sono entrato e non scenderò. Sul vostro terreno non ho mai messo piede, e non ce lo metterei per tutto l’oro del mondo!”.
La particolarità di questo episodio (che caratterizza tutto il libro da quel momento in poi) è la distanza tra terra e alberi. Calvino gioca sul fatto che essa può essere la più grande di tutte le distanze. Lo afferma anche il padre Arminio, quando dice: “La ribellione non si misura a metri. Anche quando pare di poche spanne, un viaggio può restare senza ritorno”. Cosimo si costruisce un universo tutto suo sugli alberi ma resta in contatto con quello che succede in terra. Apprende le idee illuministe, conosce i moti rivoluzionari e molto altro. Tutto dagli alberi.
Concludo dicendo che secondo me questo libro è immortale, perché rappresenta un invito a non omologarsi, a sperimentare le infinite possibilità del mondo e a non dare alla parola “pazzo” un significato negativo. Lo consiglio a tutti.